A quanto pare, all’origine delle grandi e durevoli letterature stanno dei padri fondatori che determinano profondamente il loro corso: Omero, Cervantes, Camões, Shakespeare, Goethe, Busken; o in altri casi diarchie di fondatori; anche della Francia, con la sua letteratura notoriamente a molti poli, è stato detto giustamente che si è sempre dibattuta tra Montaigne e Pascal e per la sua poesia valga l’acuto paradosso di Tomasi di Lampedusa che tutti i bei versi della letteratura francese sono stati scritti da Racine. E la letteratura statunitense poggia sulla grande coppia Hawthorne–Melville. L’Italia non fa eccezione, appartenendo in modo quasi paradigmatico alla seconda fenomenologia con i suoi due opposti e complementari fondatori: Dante e Petrarca. (Pier Vincenzo Mengaldo)
“Semicerchio. Rivista di poesia comparata” ha pubblicato per i suoi 30 anni un intervento di Pier Vincenzo Mengaldo comparso sul n. 36. Ho letto l’articolo sul blog Le parole e le cose e lo rebloggo volentieri.
via Dante e Petrarca nella letteratura italiana — Le parole e le cose
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